Caos e Processo

Caos e Processo

Trame dello sguardo e camouflage nell’opera di Mirella Beraha, ovvero dieci anni dopo

a cura di Enzo Papetti

«… il segno è fatto per mentire. Ma il camouflage costringe a ripensare l’idea stessa di segno.

Emerge come un sistema complesso di strategie di presentazione e rappresentazione che operano secondo forze in gioco» Paolo Fabbri

Questo prezioso volume – con gli interventi di Alberto Abruzzese, Paolo Fabbri ed Enzo Papetti – attraverso l’analisi delle opere di Bella Mirella Beraha, tenta di mettere a fuoco le ragioni per concedere lo status di opere d’arte a una serie di oggetti particolari, ovvero il significato stesso del fare arte.

Da quando i valori tradizionali sono stati messi in dubbio, in primis, dagli stessi artisti, da quando a un artefatto qualunque possono essere attribuite proprietà estetiche e valori culturali indipendenti dalla sua origine, tutto si è fatto più chiaro e oscuro insieme.

La bellezza non è più un criterio sufficiente per decretare l’artisticità di un’opera. Fino a venti-trent’anni fa, l’arte poteva prendere ancora se stessa come oggetto di riflessione, esattamente come per secoli aveva preso a oggetto la vita quotidiana, i racconti mitologici, le espressioni di fede ecc.

Oggi il panorama è totalmente mutato. Il perimetro delle tradizioni si è completamente sfaldato e bisogna ripensarlo daccapo. Caos e processo traccia i caposaldi del dibattito in corso sul tema.